Sfigati on the Facebook

The-Social-Network
Ah, i social.

Lanciano tendenze, rivelano segreti, mettono sulla pubblica piazza vite umane e animali, generano gruppi, stimolano discussioni, fondano partiti, costruiscono campagne elettorali, inneggiano alla violenza, migliorano e peggiorano la comunicazione, vendono pubblicità, accorciano e allungano le distanze spazio-temporali, alimentano illusione e irrealtà.

Mi fermo qui anche perché non ho intenzione di fare un trattato sociologico che analizzi e descriva la portata dei vari Facebook, Instagram, Twitter, Google+, MySpace, Pinterest, Linkedin e tutti gli altri social network che nemmeno conosco così bene.

Ora, focalizziamoci un attimo su Facebook: il motto del suo fondatore, Mr. Zuckerberg, è “Rimani in contatto con le persone della tua vita”. Bene, ottimo, se non fosse che alla velocità di un click il faccialibro della situazione può farti diventare l’essere più odioso della rete. Ma neanche odioso, il più sfigato della rete. Roba da tirarsi addosso i peggiori nemici.

Provo a spiegare cosa intendo. Presente la gente che si mette il like? Ma dico, se hai postato uno status è evidente che l’hai fatto perché ti piace –  a meno che tu non pensi con il tuo cervello e ce ne sarebbero a iosa di casi del genere – quindi non hai alcun bisogno di dire pubblicamente che ti piace quello che stai facendo. Lo fai, punto e basta. Altrimenti sei un bimbominchia.

Veniamo ora a quelli che hanno la bacheca letteralmente intasata, anzi invasata, di citazioni prese dalle pagine specializzate in aforismi. Un trionfo di cuoricini, nuvolette, fumettini, animaletti, video a dir poco imbarazzanti, tramonti, paesaggi, frasi gonfie di verità assolute – che non esistono – , e virgolette a profusione. Un pensiero tuo no, eh? Va bene farsi notare, ma con qualcosa di originale. Riprendere Jim Morrison, Paulo Coelho e Fabio Volo non ti rende migliore, ecco tutto. 

Santo cielo, vogliamo parlare delle richieste di giochi? A me di contribuire alla costruzione della tua fattoria Farmville non interessa un fico secco. Figuriamoci di sguazzare nelle bolle di Bubble Island. Men che meno di giocare a carte sul web, preferisco una partita a scala 40 al tavolino di casa mia, accompagnata da una buona dose di chiacchiere e alcool.
Insomma, amico mio, gioca per te stesso, ma non trascinare gli altri nei tuoi tunnel. Sul web, il gioco è bello quando si fa da soli.

Si dovrebbe aprire un lungo, molto lungo, capitolo su quelli che su Facebook aggiungono amici a caso. Il problema è sia di chi manda la richiesta di amicizia, sia di chi la accetta. Purché si faccia numero. Perché fa figo. Per sponsorizzare se stessi e le proprie attività. Per conoscere gente. Per rimorchiare. Per avere qualcuno con cui parlare. Per fare la rivoluzione, che ne so. Di motivi ce ne sono tanti, ma visto che “più amici aggiungi, più stress accumuli” sarebbe il caso di fare una selezione dei contatti. Cani e porci anche no.

Ci sono anche quelli che postano ogni 5 minuti. Ochei, Facebook è una sorta di diario, ma non è che puoi informare il mondo di ogni santissima attività che stai svolgendo. Sarà anche interessante, non lo metto in dubbio, ma onestamente chi se ne frega di sapere a quale vip assomigli o quale animale ti rappresenta meglio. Le cose, poi, sono peggiorate da quando c’è l’opzione cosa stai facendo associata ad un’emoticon. E’ drammatico vedere che sei in splendida forma perché hai fatto shopping o che sei incazzato nero con Trenitalia. Piuttosto, fai un post tradizionale.

Se poi i post ogni 5 minuti in questione sono uno sproloquio di non me la sento, la vita è difficile, capitano tutte a me, un acciacco dietro l’altro, dov’è la luce, il buio intorno a me eccetera eccetera si rasenta la follia. Dai su, tienitele per te queste cose. Una volta ogni tanto la smattata va bene, mica sempre.

Infine, dulcis in fundo, io dico NO ai profili degli animali. Pare che ce ne siano ben 100 milioni: un incubo. Che sia un criceto, un cane, un gatto, un pappagallo, le bestiole devono essere lasciate fuori da questo marasma che sono i social network. Come pensi che si sentano a essere likati, commentati, postati e fotografati nelle più strampalate posizioni? Hanno anche loro una dignità.

Insomma, per dirla alla Simpson, Si chiama Facebook, non Facciadaculbook (Ventesima stagione – Episodio Finale).

3 comments

  1. Sante Parole , il mio gattino guarda che bello , il mio cagnolino …………ARRRRGGGGG……..insopportabili

    mai il mio vicino come sta’ si sentira’ solo …….no devo perdere tempo a vedere come sta il suo cane…….mavafff…….. 🙂

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